lunedì 27 settembre 2010

Un ponte tra i mondi

"Eravamo immortali e lo abbiamo dimenticato... Dalle acque gelide delle Ande sul cammino Inka del Qhapaq Nan, alle acque bollenti del Giappone coi suoi templi e giardini zen, dai misteriosi Moai dell'Isola di Pasqua alle piramidi messicane passando per le enormi teste Olmeche" una sciamana interessata allla ricerca antropologica come esperienza di vita, "ritrova l'importanza dell'acqua come mezzo per transitare fuori dall'illusione verso l'immortalità".

Nel libro che lessi in un paio di notti, trovandovi conferme continue ad intuizioni e conoscenze confuse del passato, Devana documenta l'immortalità attraverso prove antropologiche, ottenute viaggiando e vivendo nei siti sacri di tutto il mondo, incontrando sciamani e saggi e sottoponendosi a prove iniziatiche spesso molto dure.
La via per l'altrove parte dal centro della terra, accessibile, ad esempio, dai vulcani Rapa Nui e dai cenotes Maya.

Oggi la scienza conferma che il cuore della terra è vivo. Il "mezzo del passaggio", come è stato per tutte le popolazioni antiche, che lo utilizzavano nei rituali di passaggio all'età adulta o ad "altre vite", sarà l'acqua, attraverso la quale stiamo recuperando le conoscenze perdute e grazie alla quale si attiverà la nostra merkaba.
Il libro è "Un ponte tra i mondi oltre l'apocalisse" e l'autrice, Devana, che voglio conoscere presto, è nata in Italia nel 1964. E' laureata in bioeconomia e studiosa di archeologia esoterica e di siti sacri e misteriosi del pianeta. Da 20 anni si occupa di storia "alternativa", di filosofie e scienze olistiche che riestituiscono all'Essere umano la sua potenzialità divina. Col nome di Alessandra D'Elia ha pubblicato articoli e libri scritti con Gigi Capriolo.

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